New media e comunicazione sulle vaccinazioni 1

Proviamo a pensare insieme quali sono i livelli della comunicazione per la salute,specificatamente in ambito vaccinale. Sicuramente la comunicazione medico-paziente   è il punto di partenza. Bisogna comprendere quali sono le specificità della comunicazione medico paziente, quindi interpersonale in ambito vaccinale e il fatto che, come sempre, nella prevenzione ci rivolgiamo a una popolazione sana. Quest’ultima, è la peculiarità della prevenzione a confronto del rapporto medico paziente in ambito clinico, nello specifico della vaccinologia.

Chiaramente per le vaccinazioni pediatriche, ci rivolgiamo a genitori e quindi, non ai diretti interessati del processo di vaccinazione e le questioni del tempo a disposizione in contesto ambulatoriale (che non sempre lascia il tempo sufficiente di comunicare per la salute a latere dell'atto vaccinale). Oltre la comunicazione medico paziente, si ha un ulteriore livello, la divulgazione scientifica. Quest’ultima è un aspetto a sé stante della comunicazione, ma da non dimenticare. La comunicazione istituzionale, riguarda il modo in cui si pongono le istituzioni a livello nazionale, regionale e locale, riguarda il ruolo e responsabilità nei confronti della comunicazione in ambito vaccinale, le compagnie informative a livello aziendale, la comunicazione laica. La comunicazione laica è tutta la comunicazione che avviene tra i non addetti ai lavori, molto facilitata dai nuovi mezzi di comunicazione e che  deve essere in qualche modo supportata, guidata e in qualche modo anche forse controllata.

Proprio perché avviene tra persone non addette ai lavori (mi riferisco ai blog, ai messaggi, ai contenuti dei social media e quant'altro), prende molta importanza. Infine abbiamo la comunicazione pubblicitaria. Come possiamo capire quelli che sono gli strumenti a questi diversi livelli della comunicazione? La ricetta è semplice. Le caratteristiche di una comunicazione per la salute efficace, sono questi: la comunicazione deve essere accurata  (il contenuto della comunicazione deve essere valido e senza errori), la comunicazione deve essere accessibile (ossia il contenuto deve essere diffuso con modalità e in contesti a cui il destinatario ultimo della comunicazione ha accesso), equilibrata (il contenuto deve presentare i benefici e i rischi di un comportamento e comunque riconoscere la possibilità che esistano più interpretazione di un argomento), deve essere attenta alla cultura di riferimento (cioè deve tener conto delle specificità culturali, sociali ed etniche del destinatario in questione) e deve essere basata sulle evidenze (cioè il contenuto deve basarsi sulle più aggiornate prove scientifiche). In questa ricetta, per una comunicazione efficace, aggiungiamo altri aspetti:  deve essere estesa (il contenuto deve essere accessibile alla più ampia fetta possibile della popolazione identificata come destinataria del messaggio comunicativo), affidabile (cioè deve essere credibile, sia in riferimento al contenuto, sia in riferimento a chi produce il messaggio comunicativo), ripetuta (la diffusione del messaggio, deve rafforzare l'impatto sui destinatari che lo avevano già hanno ricevuto) e tempestiva  (cioè il messaggio, e questo soprattutto è riferito alla comunicazione istituzionale, deve essere diffuso). In ultima analisi, ma non meno importante, deve essere comprensibile  (le caratteristiche del messaggio devono essere appropriate alle capacità intellettuali di comprensione del destinatario finale).

Dopo aver visto questa ricetta, che definisce le caratteristiche di una comunicazione efficace per la salute, dobbiamo vedere le componenti  teorizzate. C’è una formula, quella delle 5 “W”, che serve a questo. Le 5 “W” sono: Who, What, What channel, to Who e With what effects . Quindi bisogna identificare chi dice (who says), che cosa (what), con che mezzo (what channel), a chi parla (to who) e con quali effetti (with what effects). Adesso vediamo come poter declinare questo schema, all'ambito delle politiche vaccinali e dei programmi vaccinali. Cerchiamo di identificare il punto di vista della sanità pubblica in merito alla comunicazione in ambito vaccinale e cerchiamo di fare alcuni esempi, per ciascuna di queste componenti. Le finalità della comunicazione in ambito vaccinale, riguardano la promozione dell’uptake vaccinale ( aumentare le coperture vaccinali sino al raggiungimento dei target, a  livello di individuo e a livello di popolazione) e quindi comunicare in maniera efficace il valore della vaccinazione come strumento di protezione sia individuale, che di comunità. La peculiarità della prevenzione primaria delle malattie prevenibile da vaccino, è il fatto che debba essere comunicato che il valore di protezione riguardi sia l’individuo che la comunità. nel secondo punto, si analizza chi comunica in ambito vaccinale, o meglio, chi ha la responsabilità di fare una buona comunicazione in ambito vaccinale. I responsabili di ciò sono: i medici, gli operatori sanitari, il personale infermieristico, gli assistenti sanitari e le aziende a cui queste persone afferiscono, 
le istituzioni a livello regionale e a livello centrale, le società scientifiche e la società civile.
 

Questo testo è estratto dal nostro video-corso ECM FAD "Vaccini 2.0: il libro bianco. Le politiche vaccinali in Italia pre e post pandemia"  e ha come scopo quello di informare e permette di approfondire tematiche legate al corso.

Estratto della lezione del prof. ssa Anna Odone

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