Malattie rare
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In questa lezione del rischio radon, parliamo anche rischiando di inquadrato nelle tematiche di radioprotezione. La radioprotezione è una disciplina che si occupa della protezione delle persone, della popolazione o lavoratori, rispetto ai rischi che possono derivare dall'esposizione a sorgenti di radiazioni ionizzanti. La radioprotezione studia i metodi per impedire l'esposizione da radioprotezione che possa causare danni biologici all'uomo. Questa normativa si basa sulle direttive europee italiane e soprattutto sulle raccomandazioni ICRP che sono della Commissione Internazionale di Protezione delle Radiazioni e documenti che sono alla base anche di direttive e normative che interessano la sicurezza e la salute sul lavoro.
Lo scopo dell'area di protezione è quella di ridurre i rischi e di aumentare i benefici. Il decreto legislativo 101 del 2020 è una tappa fondamentale dell'iter legislativo per la radioprotezione, perché indica, per esempio, una cosa importantissima, che sono i livelli massimi di riferimento per le abitazioni e i luoghi di lavoro, che sono di 300 becquerel per metro cubo per le abitazioni esistenti e 200 becquerel per le abitazioni costruite dopo il 31 dicembre del 2024. La radioprotezione risulta da una serie di norme complesse, come vedete dalla slide, entrano in gioco nella normativa della radioprotezione sia l'ICRP che le elaborazioni dell'Istituto Internazionale della Commissione per la Navigazione Ionizzante, sia le direttive europee, sia il legislatore nazionale che recepisce questa norma, soprattutto recepisce le direttive europee e poi decreti legislativi che sono, diciamo, la norma di ricevimento di tutte queste normative.
Ora, le comuni vie di esposizione alla radiazioni sono la radiazione esterna o l'irradiazione interna. La radiazione esterna è dovuta, per esempio, ai raggi X, ai raggi gamma. La radiazione interna può avvenire per ingestione, inalazione o contaminazione attraverso la presenza di ferite aperte, ma molto più frequentemente per inalazione nel caso del radon. C'è poi un fondo naturale di radiazioni che è la quantità di radiazione alla quale noi siamo esposti nel nostro ambiente ed è sostanzialmente la maggiore fonte di radiazioni ionizzanti a cui siamo esposti naturalmente e ognuno di noi è esposto si calcola a 2,4 milliSievert all'anno che è l'equivalente di circa 100 radiografie del torace standard. Però, l'esposizione, come dire, varia a seconda della zona in cui viviamo e non è possibile sapere quali effetti sulla salute esistono in base a questa dose naturale. C'è, per esempio, ci sono raggi cosmici, particelle radioattive che arrivano direttamente dallo spazio e vengono bloccate in parte dall'atmosfera terrestre, ma maggiore è l'altitudine, elevate anche la terra, e maggiormente si può essere esposti.
Il radon è un gas radioattivo che incassano additivo che si trova in particolare nelle rocce, soprattutto tuface, che sono caratteristiche di alcune zone del nostro paese. Il radon deriva dal sottosuolo, è un gas inerte, inodore, incolore, inavvertibile e radioattivo, è prodotto dal decadimento del radio che a sua volta è prodotto da decadimenti successivi dell'uranio e torio presenti nel suolo o anche nei materiali di costruzione e si può rilevare in diverse concentrazioni, anche nell'area indoor, perché attraverso il tufo sale verso la superficie e quindi arriva, per esempio, ai piani bassi degli edifici. Ma può arrivare anche dai materiali di costruzione o da altre sorgenti secondarie, è presente nel terreno e può derivare anche dai materiali di costruzione o da altre sorgenti secondarie, è presente nel terreno, il rado nelle rocce ovunque in quantità variabile. Il suolo è la principale sorgente del radon che arriva in casa, i materiali edili che derivano da rocce vulcaniche, i blocchi di tufo per esempio, estratte dalle cave o derivano dalla lavorazione dei terreni, sono altre sorgenti di radon e il radon, essendo un gas, può spostarsi, ovviamente può sfuggire dalle porosità del terreno, si disperde nell'aria, nell'acqua. Infatti, ci sono dei limiti sia nell'aria che nell'acqua, c'è una forte dispersione di questo gas in atmosfera e all'aperto la concentrazione della nato dal raggiungimento dei livelli elevati proprio per la dispersione che avviene all'aria aperta però i luoghi chiusi, per esempio, nelle case, negli uffici, in palestra, i locali sotterranei soprattutto, può arrivare a valori che comportano un rischio rilevante per la salute dell'uomo specialmente vedremo per i fumatori.
Le lavorazioni a rischio per il radon sono ovviamente le lavorazioni di estrazione, di raffinamento di minerali radioattivi, esercizio di rilevatori nucleare, la produzione, il trasporto, l'impiego e la disposizione di isotopi, l'uso dei traccianti, l'uso diagnostica e terapeutico di radiazioni ionizzanti, la radiografia, gammagrafia industriale e lavorazioni soggetti normali. Queste sono tutte lavorazioni a rischio di radiazioni ionizzanti, in parte anche per il radon.
Il radon si distribuisce uniformemente nell'area di una stanza, mentre i suoi prodotti di decadimento si attaccano al particolato, per esempio la polvere, gli aerosol. Noi li possiamo respirare e si possono depositare sulle superfici dei muri, dei mobili. La maggior parte del radon che inaliamo viene espirata prima che decada, però una piccola quantità si trasferisce nei polmoni, nel sangue e negli altri organi, dove esercita un'azione lesiva. I prodotti di decadimento si attaccano alle pareti dell'apparato respiratorio e qui irraggiano tramite le radiazioni Alfa.
Ci sono forti variazioni spaziali e temporali, edifici anche vicini possono avere concentrazioni molto diverse. Ma ci sono forti variazioni anche tra giorno e notte, tra inverno e estate, in diverse condizioni meteorologiche. Queste fluttuazioni rendono difficile avere una stima precisa in tempi brevi, e bisogna, in sostanza, fare una misurazione per un tempo sufficientemente lungo, addirittura un anno circa, per avere un quadro omogeneo dell'esposizione.
A livello mondiale, il radon è considerato il contaminante radioattivo più pericoloso negli ambienti chiusi. È stato valutato che il 50% dell'esposizione media delle persone alla radiazioni ionizzanti è dovuta al radon. Però, il pericolo per la salute non viene tanto dal radon in sé, ma dai suoi prodotti di decadimento che, essendo elettricamente carichi, si attaccano al particolato dell'aria, penetrano nell'organismo attraverso le vie respiratorie ed emettono particelle Alfa che possono danneggiare in modo diretto o indiretto il DNA delle cellule, creando una serie di problemi proprio per le lesioni del DNA che in parte vengono riparate, in parte non vengono riparate.
La misurazione del radon si fa con apparecchiature speciali. Il radon ha un'unità di misura che è il becquerel per metro cubo e indica il numero di decadimenti in radon che avvengono in un secondo. Quindi, una concentrazione di 100 becquerel per metro cubo indica che in un metro cubo di aria, ogni secondo, cento atomi di radon decadono e emettono radiazioni di tipo Alfa. In realtà, abbiamo detto che solo una parte degli atomi di radon decade in un secondo, perché la vita media di un atomo di Radon è di circa 5 giorni e mezzo. Quindi, c'è una concentrazione in grado di accentare 100 atomi che decadono in un secondo in un metro cubo. In quello stesso metro cubo, noi avremmo altri 48 milioni di atomi di radon che decadono poi successivamente.
Il radon non interagisce con gli altri elementi una volta che si è formato in seguito al decadimento del radio. Può diffondersi dal luogo di origine, che è il suolo oppure anche materiali da costruzione, come abbiamo detto tuface, e può percorrere grandi distanze prima di decadere a sua volta.
Questo testo è estratto dal nostro video-corso Fad sullla Radioprotezione, ha come scopo quello di informare e permette di approfondire tematiche legate al corso.
Estratto dalla video lezione del Prof. Agostino Messineo
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