Malattie rare
Salve, sono Giuseppe Zampino, un pediatra genetista che si occupa di bambini con malattie rare, in modo particolare ...
Mentre la tecnica delle esposizioni è indiretta, che è conosciuta come foto stimolabile o matrice più PSP, è praticamente una tecnica che utilizza delle matrici che somigliano molto alle pellicole convenzionali. L'esposizione indiretta è leggermente più lunga, diciamo, come possibilità di dare una esposizione dell'immagine rispetto a quella diretta, che è immediata perché ha un passaggio di questa matrice che poi va all'interno di un analizzatore. Questo permette all'energia latente immagazzinata dagli elettrodi di fosforo di essere elaborata e poi alla fine digitalmente manipolata dal computer. Ma quindi il termine indiretto è perché c'è un passaggio in più rispetto al termine diretto. Diciamo anche che questo termine indiretto fu molto utilizzato perché da parte di molti dentisti somigliava molto alle pellicole tradizionali. Quindi, il passaggio da una radiologia analogica a quella digitale per loro è stata di facile utilizzo.
L'altra radiografia digitale, come qualità di immagine tra il sistema diretto e sistema indiretto, si è visto da numerosi studi scientifici che alla fine ha dato, diciamo, un importante segnale, dove non c'è una differenza significativa nella qualità dell'immagine e nella capacità diagnostica per i sistemi digitali diretti e quelli indiretti. La differenza è proprio la velocità del sistema che viene adottata, diciamo, dal singolo odontoiatra. L'altra cosa importante è comprendere quanta radiazione la misura della radiazione richiesta da ciascun sistema per generare un'immagine diagnostica. Questo, ovviamente, è una tecnica che viene adottata da ogni singolo odontoiatra sulla base della propria esperienza e delle proprie capacità dopo una radiografia digitale.
Un'altra importante tecnologia che è entrata prepotentemente all'interno degli studi odontoiatrici, anche se in maniera un po' più lenta, dovuto all'alto costo di questa tecnologia, è la CBCT (Tomografia Computerizzata a Fascio Conico) con BIM. Questa CBCT è una TAC, e fondamentalmente una TAC che è stata, diciamo, utilizzata con un fascio conico di raggi X per generare immagini tridimensionali. Qui è un salto di qualità importantissimo perché la radiografia, o un'ortopanoramica di cui non tratterò in questa, diciamo, relazione perché comunque è un'immagine bidimensionale molto simile, molto similare alla radiografia. La CBCT invece fa la differenza, fa la differenza perché genera immagini tridimensionali e soprattutto poi la CBCT è proprio un orgoglio italiano perché è stata generata a Verona.
Questa tecnologia riesce ad acquisire un'immagine e poi il computer ha un software molto sofisticato che, tramite degli algoritmi, è in grado di ricostruire le immagini in, diciamo, piani dello spazio che sono il piano assiale, il piano coronale, il piano sagittale. Quindi, costruisce dei volumi in 3D delle ossa e dei denti, utilizzando rispetto alle tacche analogiche una minore dose di radiazioni. Questi software così importanti permettono anche di creare, sono anche di creare, di disegnare una curva panoramica all'interno dell'arcata dentaria che determina poi un'elaborazione di un'immagine che somiglia alle nostre arcate panoramiche in due tipi. In questo caso, avendo la possibilità di vedere nei tre piani nello spazio, abbiamo la possibilità di poter visualizzare punto su asse udenti a 360 gradi e tutte le strutture che noi abbiamo bisogno di vedere.
La CBCT, quindi, come abbiamo detto, riesce a vedere da ogni angolazione. L'unico limite è quello determinato dal fatto che se comparata a un RVG o un'immagine panoramica, ha bisogno di una maggiore dose di radiazioni, oltre a dei limiti determinati, diciamo, da artefatti di movimento, da indumento del fascio di ispezione del metallo. Però dobbiamo dire che nel corso degli ultimi anni, e c'è una costante ricerca tecnologica e sviluppo di avere nuovi sistemi, nuovi algoritmi e di software sempre più performanti che possono determinare una minore ricorso a radiazioni ionizzanti e soprattutto a un minore tempo di esposizione e, in questo caso, anche la sintesi si colloca in un range di minore, ehm, danno nei confronti di danno stocastico nei confronti del paziente già si visiti e, logicamente, è normata da oggi dalla 101 del 2000, una legge dello Stato che si pone come prima domanda proprio perché non può essere data a chiunque. Deve sottostare a una serie di domande che lo odontoiatra deve porre quando deve stilare un piano e un trattamento diagnostico terapeutico.
La prima domanda che si deve porre è il quesito diagnostico e a cosa mi serve. Se nel quesito diagnostico io devo acquisire un volume, allora già è un valore importante di base perché la prima domanda per l'utilizzo della CBCT è proprio a scopo implantologico. Secondo, se le informazioni che noi abbiamo con la CBCT sono in grado di migliorare l'esito del trattamento o di avere delle informazioni importantissime per poter fare un corretto piano terapeutico. Terza domanda, qual è il rischio del paziente, soprattutto a noi a pazienti dobbiamo chiedere quante radiografie hanno fatto, se hanno fatto anche ulteriori indagini, una 8 panoramica dopo tempo, se hanno fatto delle altre tacche osibisciti da poco tempo perché noi dovremmo, in realtà, acquisire quello che da poco il paziente ha già fatto. E poi, come al solito, noi siamo medici e, come medici, dobbiamo comprendere che il beneficio di quello che noi somministriamo al paziente, sia che si tratti di farmaco, sia che si tratti di radiazioni, deve superare il rischio e dobbiamo sempre essere in presenza di un quesito diagnostico definito. E l'unico limite è che la semplicità, sicuramente è importantissima per la visualizzazione di osso e denti, anche se non è l'esame indicativo per una carie dentale (per la gara dentale è molto meglio una White Wing).
Questo testo è estratto dal nostro video-corso Fad Il segreto dell'intelligenza artificiale, ha come scopo quello di informare e permette di approfondire tematiche legate al corso.
Estratto dalla video lezione della dott.ssa Angela Maria Caputo
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